Attualmente rispetto alle conoscenze farmacologiche della Malattia di Alzheimer non si dispone di un trattamento causale cioè che rimuove la causa della malattia, ma solo di farmaci «sintomatici» cioè che attenuano le manifestazioni cliniche della patologia.
Tali farmaci approvati a livello internazionale per il trattamento della Malattia di Alzheimer sono chiamati inibitori dell’acetilcolinesterasi. L’utilizzo di questi è volto a migliorare alcuni sintomi cognitivi (memoria e attenzione) e comportamentali (agitazione, apatia, allucinazioni) nelle fasi lievi e moderate della malattia.
Accanto ai Trattamenti Farmacologici possono essere affiancati Trattamenti Non Farmacologici.
Ovvero degli interventi di Stimolazione Cognitiva e Interventi Comportamentali (sull’aggressività, depressione, allucinazioni ecc.) che permettono di:
-rallentare la progressione della malattia,
-conservare il più elevato livello di autonomia il più a lungo possibile
-promuovere una migliore qualità di vita per il paziente e il caregiver.
Tali interventi comprendono numerose tecniche, alcune multistrategiche e aspecifiche come la Reality Orientation Therapy (ROT), la 3R (che integra ROT, Reminiscenza, e Rimotivazione), la Validation Therapy, la Terapia Occupazionale e i Training Cognitivi, altre cognitive e specifiche che vanno a lavorare sulla memoria esplicita e implicita.
Tra i Trattamenti Non Farmacologici possiamo includere anche quelli dedicati ai caregiver con l’obiettivo di ridurre lo stress a cui sono esposti, migliorare la qualità dell’approccio al malato e offrire uno spazio di contenimento ed elaborazione delle emozioni e dei vissuti emotivi intensi.