La Stimolazione Cognitiva

La Stimolazione Cognitiva è una forma di intervento orientato al benessere della persona.

Ha lo scopo di:

-favorire il rallentamento del decadimento cognitivo

-potenziare le abilità cognitive residue

-mantenere il più elevato livello di autonomia possibile della persona

Consiste nello stimolare ed effettuare esercizi cognitivi, mirati e personalizzati, volti a riattivare le funzioni cognitive come memoria, attenzione, ragionamento, linguaggio o compensare le perdite dovute alla malattia.

Gli esercizi possono essere presentati in modalità carta matita e/o al computer; la difficoltà dei compiti proposti varia in relazione delle abilità del soggetto e possono essere svolti anche con l’aiuto dei familiari.

Viene effettuata con persone che presentano Malattie Neurodegenerative (Malattia di Alzheimer, Mild Cognitive Impairement MCI, Demenza a Corpi di Lewy, Demenza Fronto-Temporale, Malattia di Parkinson, Sclerosi Multipla)

Lo Studio PSEN – Studio di Psicoterapia e Neuropsicologia garantisce il servizio di Stimolazione Cognitiva sia in studio che presso il domicilio della persona. E’ possibile valutare un percorso effettuabile on-line a causa del Covid-19.

La Riabilitazione Neuropsicologica

La Riabilitazione Neuropsicologica è un processo terapeutico specifico e personalizzato che ha l’obiettivo di ripristinare e recuperare la funzione lesa e ridurre l’aggravarsi dei deficit causati da danno cerebrale. Consiste generalmente nell’apprendimento di strategie compensatorie o nell’utilizzo delle abilità residue con l’obiettivo di un recupero parziale o totale delle funzioni lese.

Lo scopo principale è quello di migliorare l’adattamento funzionale del paziente nonostante il danno cerebrale subito e migliorare le sue capacità nell’agire quotidiano.

Si basa sul concetto di Neuroplasticità ovvero la capacità del cervello di modificare la propria struttura nel corso del tempo.

Viene effettuata con persone che riportano esiti da lesione cerebrale acquisita a seguito di condizioni neurologiche come: Trauma Cranico Encefalico, Ictus Ischemico, Emorragia Cerebrale, Neoplasie cerebrali o Malattie Infettive del sistema nervoso centrale.

Successivamente a una delle condizioni citate, possono emergere deficit cognitivi legati per esempio a problemi di memoria, di attenzione, di pianificazione e organizzazione, difficoltà di linguaggio, o disturbi comportamentali.

Lo Studio PSEN – Studio di Psicoterapia e Neuropsicologia garantisce il servizio di Riabilitazione Neuropsicologica sia in studio che presso il domicilio della persona. E’ possibile valutare un percorso effettuabile on-line a causa del Covid-19

Rubrica Strumenti Compensativi: Le Mappe Concettuali

Studio PSEN Le mappe concettuali

1.CHE COSA SONO E A COSA SERVONO ?

Le mappe concettuali rientrano tra gli strumenti compensativi e hanno lo scopo di rappresentare, interpretare,  rielaborare e trasmettere le informazioni in modalità visiva.

2.QUANTI TIPI ESISTONO ?

Esistono 3 tipi di mappe:

1)Mappe Mentali

-Hanno una forma a raggiera

-Sono organizzate attorno ad una parola chiave

-Sono usate per rappresentare le idee e il pensiero per associazione

-Usano il colore e le immagini

2) Mappe Concettuali 

-Si usano per rappresentare le relazioni che si stabiliscono tra i concetti principali

-Hanno una struttura gerarchica

3) Mappe multimediali

-Sono Strumenti digitali

-Arricchiscono le mappe con elementi multimediali come audio, video e link

3.QUALI SONO I VANTAGGI ?

  • Funzionano come modello per organizzare e strutturare le informazioni,
  • Permettono di memorizzare per immagini e ricordare con più facilità le informazioni attraverso il canale visivo,
  • Rappresentano uno strumento per far collaborare gli allievi e per studiare insieme.

4. QUALI PROGRAMMI UTILIZZARE ?

  • Programmi gratuiti: CmapTools permette di creare gratuitamente mappe concettuali elaborate e visualmente significative; FreeMind permette di creare gratuitamente mappe concettuali disegnando nodi.
  • Programmi a pagamento: IperMappe 2 permette di creare mappe multimediali partendo da contenuti digitali, libri digitali pdf; SuperMappe Classic permette di creare mappe multimediali che prendono vita con pochi clic e hanno uno stile prettamente visivo.

 

«Lo strumento compensativo ha l’obiettivo di mettere l’alunno con DSA sullo stesso piano dei suoi compagni»

Qual è il ruolo degli insegnanti nei confronti dei bambini con DSA ?

Studio PSEN Qual È Il Ruolo Degli Insegnanti Nei Confronti Dei Bambini Con DSA?

Lo scopo principale è quello di far acquisire al sistema scolastico una sufficiente autonomia per riuscire a gestire le difficoltà del bambino.

Di seguito alcuni punti critici da considerare:

  1. Aumentare la conoscenza e la consapevolezza degli insegnanti.

Il clinico e il familiare possono comunicare e condividere la diagnosi con gli insegnanti;

– Con l’aiuto del clinico si andranno ad approfondire gli aspetti teorici e poi pratici riguardanti i DSA;

– L’insegnante dovrà arricchire il proprio bagaglio di strategie per lavorare con un bambino che presenta un disturbo evolutivo così da delineare gli strumenti compensativi e dispensativi adatti per quel bambino.

2. Riconoscere le proprie emozioni collegate al riconoscimento del disturbo del bambino. Un insegnante potrebbe infatti:

  • sentirsi in colpa per non averlo aiutato a sufficienza in passato
  • sentirsi preoccupato e non all’ altezza di aiutarlo adeguatamente
  • essere espulsivo perché non si sente in grado di gestirlo
  • sentirsi dispiaciuto per il futuro scolastico dell’alunno
  • percepire maggiormente lo stress perché sa che deve svolgere un lavoro più complesso e faticoso.

E’ fondamentale che il clinico sappia mettere gli insegnanti nella condizione di ascoltare le proprie emozioni e che queste vengano accettate così come sono, senza giudicarle negativamente o reprimerle.

3. Sviluppare autonomia nella gestione dell’alunno. Per ciascun alunno:

-Tenere in considerazione lo stile cognitivo specifico, le modalità di apprendimento, i punti di forza e di debolezza;

– Costruire un PDP, Personalizzare l’apprendimento, e predisporre le strategie didattiche più utili per garantire a ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva;

– Applicare gli adattamenti scelti dall’ insegnante in modo coerente e sistematico;

– Non arrendersi al primo fallimento, le strategie vanno sperimentate sul campo, su quel bambino, in quel contesto, e se quella strategia non porta all’ obiettivo prefissato, capire cosa ha e non ha funzionato per migliorare la strategia in modo flessibile.

OCCORRE QUINDI FLESSIBILITÀ, PADRONANZA DELLE MISURE COMPENSATIVE EFFICACI, COMPETENZE METODOLOGICHE INNOVATIVE E CREATIVE.

4. Comunicare con i Genitori. E’ bene che gli insegnanti:

-Diano un feedback alla famiglia su come procede l’intervento a scuola rispetto agli adattamenti didattici per gli apprendimenti, organizzativi per l’attenzione, ai contratti educativi per i comportamenti.

– Stabiliscano chi far partecipare durante gli incontri, può essere presente la figura del clinico che segue il bambino, così da poter esplicitare gli obiettivi, le aspettative, come avverrà il passaggio verso l’autonomia, quali potrebbero essere le difficoltà e alcune indicazioni su come gestirle.

E’ bene quindi Costruire una buona rete di lavoro tra la Scuola, la Famiglia e il Clinico che segue il bambino, così da lavorare al meglio per consentire ad ogni bimbo di sviluppare i propri talenti

Gestire la Didattica a distanza con bambini e ragazzi con DSA: Suggerimenti per gli Insegnanti

Vista la nuova modalità di didattica a distanza, adottata in seguito alle disposizioni ministeriali per via del Covid-19, abbiamo pensato di soffermare la nostra attenzione sull’aspetto legato ai bambini e ragazzi che hanno una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento DSA.

In merito a ciò abbiamo stilato una serie di punti e suggerimenti utili per tutti gli insegnanti da tenere in considerazione in modo da favorire il processo di apprendimento e autonomia dell’alunno.

1) Progettazione e Organizzazione

Bambini e ragazzi con DSA fanno fatica ad organizzare I materiali di studio, il diario, I compiti, le attività da svolgere, o reperire le schede. Per questo è importante organizzare e progettare lo spazio in cui verranno caricati I compiti, I materiali di studio, le attività da svolgere, gli orari delle video-lezioni. Troppi input e una dislocazione dei materiali in sedi differenti, potrebbe rendere davvero molto complesso il lavoro dei ragazzi, I quali provando sentimenti di frustrazione, sono portati ad abbandonare l’attività o il compito.

2) Assegnazione dei Compiti

Bisogna fare attenzione ad assegnare esercizi, compiti, pagine e pagine da leggere. Piuttosto l’assegnazione dei compiti dovrebbe trasformarsi in una trasmissione ragionata dei vari materiali didattici da inviare. Per scegliere quale materiale didattico è più affine a quell’alunno bisogna conoscere bene il tipo di DSA e le risorse che il ragazzo presenta. In questo modo solleciteremo all’apprendimento e non alla semplice esecuzione dei compiti ed esercizi.

3) Gestione del Tempo

Bambini e ragazzi con DSA possono fare più fatica nel mantenere alta la concentrazione durante le ore di lezione, specialmente se on-line. Considerata la circostanza, I ragazzi potrebbero avere più difficoltà nell’interagire facilmente con il docente. Per questo sarebbe utile da parte dell’insegnante fornire una registrazione della lezione in modo da permettere al ragazzo di riascoltarla e riorganizzarla tramite mappa concettuale.

4) Gestione del Carico Cognitivo

Non dimentichiamo che bambini e ragazzi con DSA fanno fatica a gestire in autonomia nuovi argomenti. E se questi nuovi argomenti sono relativi a varie materie, pensiamo quanto la loro fatica si fa maggiore. Bisogna quindi concordare con cura i compiti e le attività da assegnare nella giornata, altrimenti questo potrebbe trasformarsi in un carico di compiti e attività insostenibile e ingestibile per il ragazzo.

5) Personalizzazione e Inclusione

E’ importante ricordarsi come il materiale da assegnare a casa, piuttosto che quello da svolgere come verifica, tenga in considerazione il PDP del ragazzo e le difficoltà che presenta.E’ utile quindi da parte dell’insegnante fornire materiale semplificato, piuttosto che fornire una mappa della video-lezione svolta al singolo o a tutta la classe, così come favorire e incentivare il lavoro tra piccoli gruppi

6) Valutazione

La valutazione dei compiti, del lavoro svolto, delle verifiche deve avere l’obiettivo di valorizzare gli interventi e l’atteggiamento pro attivo del ragazzo. Poiché sappiamo ampiamente quanto sia importante il feedback nel processo di apprendimento, è fondamentale da parte dell’insegnante fornire indicazioni sul lavoro svolto dal ragazzo, dare informazioni su come procedere, chiarire dei dubbi. Quest’ultimo deve sapere come è andata, se sta progredendo, sapere come fare per migliorare. E’ basilare dare rimandi sui punti di forza e di debolezza del proprio studio, questo incentiverà la motivazione e l’autonomia del ragazzo.

7) PDP

Anche con la modalità della didattica a distanza, l’alunno con un Piano Didattico Personalizzato, ha il diritto di usufruire di tutti gli strumenti compensativi (es. sintesi vocale, mappe concettuali, correttore ortografico, calcolatrice, schemi riassuntivi, ecc…) e le misure dispensative (maggior tempo a disposizione durante le verifiche ecc..) stipulate  all’interno del PDP.

Qual e’ il ruolo dei genitori dei bambini con DSA ?

L’ intervento con i genitori dei bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) ha uno scopo fondamentale: far acquisire al sistema familiare una sufficiente autonomia per riuscire a gestire le difficoltà del bambino.

Ma cosa possiamo fare come clinici e come possiamo intervenire con i genitori?

Di seguito elencheremo alcuni suggerimenti:

1) Far conoscere ai genitori cosa si intende per disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)

Al clinico infatti è consigliato di:

  • Condividere la valutazione diagnostica, ovvero Illustrare ai genitori i tipi di DSA, soffermarsi su quale di questi è presente nel proprio figlio e quali difficoltà comporti.
  • Indicare libri informativi e siti internet di riferimento
  • Fornire dispense

2) Far capire ai genitori come si manifesta la difficoltà nel proprio figlio

Il clinico deve mostrare ai genitori le caratteristiche e le forme del disturbo specifico dell’apprendimento che il figlio presenta specificando e illustrando come si manifesta la dislessia, la disgrafia, la discalculia e la disortografia.

3) Analizzare le proprie emozioni collegate al riconoscimento del disturbo dello sviluppo

Un genitore infatti potrebbe sentirsi:

  • In colpa se in passato ha sgridato il figlio durante lo svolgimento dei compiti
  • Arrabbiato perché i suoi tentativi di migliorare la situazione non sono efficaci
  •  Preoccupato o triste se riconosce che le difficoltà del figlio sono quelle che ha sperimentato durante il proprio periodo scolastico
  • Preoccupato per il futuro lavorativo del proprio figlio, per i difficili rapporti con i pari
  • Non adeguato nell’ aiutare il proprio figlio

Queste emozioni devono trovare uno spazio nella presa in carico. E’ importante che un genitore impari ad ascoltare ciò che prova e a gestire efficacemente le proprie emozioni.

4) Far conoscere ai genitori cosa possono fare per aiutare il proprio figlio

  • Riconoscere di avere un ruolo fondamentale e attivo nel progetto di presa in carico: se genitori e bimbi sono conviti e determinati, allora quello della terapia può diventare un momento speciale in cui la loro alleanza si rafforza e gli aspetti relazionali tendono a migliorare.
  • Coinvolgere la famiglia anche all’ interno dello studio del professionista: questo permetterà al clinico di accogliere problematicità e fungere da modello cui possano ispirarsi per supportarlo nei compiti a casa e condividere strategie di studio.
  • Conoscere e applicare le strategie educative più funzionali durante lo svolgimento dei compiti: come incoraggiare sempre il bambino, predisporre uno spazio di lavoro ordinato, i materiali e gli strumenti compensativi a disposizione, suddividere il lavoro e concedere brevi pause.
  • Se c’è conflitto tra genitori e figlio? Affidare parte del lavoro scolastico a casa al tutor dell’apprendimento così da preservare il rapporto tra genitore e figlio.

5) Aumentare l’autonomia del sistema famiglia – scuola

  • Saper gestire i compiti a casa anche con la presenza di un Tutor
  • Comunicare in modo efficiente con gli insegnanti e con il proprio figlio
  • Mantenere i contatti con gli insegnanti per monitorare l’andamento scolastico

Un’ efficacie comunicazione scuola-famiglia non si improvvisa ma si costruisce a partire dalla lettura condivisa del disturbo del bambino.

6) Favorire l’alleanza Scuola – Famiglia

A volte insegnanti e genitori possono avere una linea di pensiero divergente sulle difficoltà del bambino e questo rappresenta un ostacolo per i successi del bambino

Gli insegnanti possono: temere che la valutazione possa mettere in discussione il loro modo di lavorare; leggere nel genitore un tentativo di iper-proteggere il figlio.

Il genitore può: non condividere la segnalazione da parte dell’insegnante; chiedere una valutazione per dimostrare agli insegnanti che il bambino ha dei problemi e che loro hanno causato conseguenze negative; utilizzare la valutazione per dimostrare che il bambino non ha alcun disturbo e che i risultati negativi sono imputabili alle scarse competenze dell’insegnante.

Quindi è importante che:

I genitori conoscano il DSA del proprio figlio e cosa possono fare e vi sia una comunicazione continua tra Famiglia Scuola Tutor dell’apprendimento affinché si possa tutelare il bambino con disturbo specifico dell’apprendimento.

Rubrica per Genitori e Insegnanti: “Come affiancarsi senza sostituirsi durante lo svolgimenti dei compiti?”

In questo periodo di quarantena in cui la didattica sta procedendo on-line, molti genitori si ritrovano a seguire i propri figli nella gestione e nello svolgimento dei compiti e delle attività scolastiche.

Abbiamo pensato di fornire piccoli suggerimenti, con la speranza che possano essere utili sia per il bambino, per la formazione della sua autonomia e autostima, sia per i genitori.

Suggerimenti Utili:

NON SOSTITUIRTI AL BAMBINO

  • Non svolgere il compito per lui: Rischi di mandare un messaggio: “non sei capace di farlo da solo”. Quando il bambino riesce a far da solo prova gratificazione che è alla base dello sviluppo dell’ autostima e dell’ autonomia.
  • Affiancalo e incoraggialo: Non sederti accanto per l’intero svolgimento, non gli trasmetterai fiducia nelle sue capacità. Piuttosto stabilisci con lui dei momenti precisi in cui ti siederai per guidarlo in una consegna specifica es.: «leggiamo il titolo insieme».
  • Aiutalo a fare da solo:Diventa un modello di esempio, una guida organizzativa, predisponi un ambiente di studio adeguato, organizzate il materiale, dividete il tempo.
  • Come correggere: Lasciamolo libero di sbagliare, a fine esercizio possiamo ricontrollare insieme guidandolo attraverso un percorso di auto monitoraggio. Non diventare l’insegnante di tuo figlio, ne ha molte ma di madre ne ha solo una.

 

UTILIZZA UN APPROCCIO MULTI-SENSORIALE

  • Per destare curiosità’ e far memorizzare e apprendere informazioni, privilegia gli stimoli visivi, uditivi, cartoncini colorati, disegni, video e mappe.
  • Per la matematica rendi in Immagini il problema oppure costruisci una mappa colorata che indichi la sequenza dei passaggi da svolgere.

 

VALORIZZA LE RISORSE DEL BAMBINO

  • Mostra interesse per ciò’ che fa, per il suo quaderno, per i suoi disegni.
  • Individua le sue abilita’ (es. essere creativo, avere molta fantasia, essere ordinato, essere bravo a disegnare, essere bravo a colorare, essere bravo a scrivere una particolare lettera, ecc..) e riconoscile.
  • Riconosci e valorizza gli sforzi fatti dal bambino indipendentemente dai risultati.

 

RISPETTA I TEMPI DEL BAMBINO

  • Ogni bambino ha i suoi tempi di apprendimento. Ricorda che apprendere non e’ una gara.
  • E’ importante rispettare i tempi che ogni bambino ha e valorizzare sempre il lavoro svolto nel tempo prestabilito.

 

NON HAI TEMPO E LAVORI?

  • Se non hai tempo, lavori o sei in smart working chiedi aiuto a un Tutor dell’ Apprendimento della tua zona.
  • Il ruolo del Tutor dell’ Apprendimento e’ quello di individuare le modalità’ di apprendimento più’ consone per il bambino e costruire insieme un metodo di studio adatto alle sue risorse, individuando gli strumenti compensativi e i materiali multi sensoriali più’ idonei.

DOP Disturbo Oppositivo Provocatorio

Che cosa si intende per Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) ?

Nel DSM-5 (APA, 2013) il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) rientra nella categoria: “Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta”.

Il DOP è un Disturbo del Comportamento caratterizzato da:

  • Umore collerico e irritabile
  • Comportamento ostinato/oppositivo
  • Comportamento vendicativo

che dura da almeno 6 mesi in bambini di età prescolare o scolare.

Tra le caratteristiche spesso notiamo la tendenza del bambino a:

  • accusare gli altri per i propri errori e per i propri comportamenti
  • sfidare e rifiutare le richieste e le regole degli adulti
  • essere facilmente suscettibile o irritato dagli altri
  • offendere e litigare con gli adulti
  • essere arrabbiato e rancoroso
  • essere dispettoso e vendicativo

Tali comportamenti possono portare a conseguenze a livello relazionale. In particolar modo i comportamenti ostili e di aggressività rendono difficili le relazioni con i pari i quali spesso si stancano e li allontanano dal gruppo. Tale rifiuto innesca un Circolo Vizioso:

Il bambino fa fatica ad adattarsi alle relazioni con i pari mostrando forti difficoltà a instaurare relazioni amicali durevoli. Si ritroverà facilmente isolato dal gruppo e solo. Questo non permetterà al bambino di sperimentare forme di socializzazione più adeguate e ciò porterà ad una maggiore incapacità del bambino di costruire relazioni adeguate e adattarsi ad asse.

Per quanto riguarda l’ Eziologia del problema è multifattoriale, ovvero diversi sono i fattori che contribuiscono allo sviluppo del DOP:

  • Fattori Neurobiologici
  • Fattori Psicologici
  • Fattori Parentali
  • Fattori Socio-Culturali

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio spesso può manifestarsi insieme ad altri disturbi tra i quali:

  • Disturbi emotivi
  • Disturbi dell’apprendimento
  • Dipendenze

Il trattamento consiste solitamente in un intervento multimodale e multisistemico che include un lavoro congiunto con:

  • il bambino, attraverso un percorso di Psico-educazione del disturbo e Psicoterapeutico
  • i genitori, attraverso un percorso di Psico-educazione del disturbo e di Parent Training
  • gli insegnanti, attraverso un percorso di Psico-educazione del disturbo ed interventi comportamentali in classe.

“La Sindrome dei Monelli”

«La sindrome dei monelli» è un docu-film che parla di allegria, amore, speranza, ma anche di pregiudizio e ignoranza verso bambini “diversi”: temi universali che riguardano tutti.

E’ un film nato dall’incontro con centinaia di genitori, insegnanti, esperti, e racconta l’avventura di Julia, una bambina “iperattiva e disattenta”, della sua famiglia e della ricerca instancabile di modi e strumenti per aiutarla a vivere una vita “normale” e serena.

Il film riesce a mettere in evidenza e mostra in maniera chiara e reale le caratteristiche cognitive, emotive, comportamentali dei bambini con disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), i costrutti psicopatologici e le conseguenze dell’ ADHD.

ASPETTI COGNITIVI

I protagonisti del film mostrano:

  • difficoltà a mantenere l’attenzione (in classe, in gruppo, in seduta)
  • difficoltà ad autoregolare, pianificare e organizzare i compiti e le attività da svolgere
  • difficoltà a inibire i propri comportamenti e ascoltare le regole proposte
  • tendenza ad essere impulsivi

 

ASPETTI EMOTIVI e COMPORTAMENTALI

I protagonisti del film mostrano difficoltà a regolare le proprie emozioni. Tale difficoltà si evidenzia con stati emotivi intensi di Rabbia, Frustrazione e conseguenti reazioni di pianto e isolamento.

 

COSTRUTTI PSICOPATOLOGICI

Tra i protagonisti del film spesso emergono schemi personali e visioni negative di sé caratterizzate da un senso di incapacità, responsabilità, inadeguatezza.

Spesso madri e insegnanti di bambini con ADHD sviluppano comportamenti controllanti nei confronti del bambino incentrati sull’uso di rimproveri eccessivi e incoerenti che si rivelano inefficaci. L’alternanza tra comportamenti improntati al controllo e la rinuncia verso la gestione delle condotte del bambino determinano un circuito di mantenimento che influisce come fattore che mantiene o diminuisce ulteriormente l’autostima del bambino e rafforza una visione negativa di .

 

CONSEGUENZE

Il film mette in evidenza le conseguenze e i disturbi secondari che spesso bambini con ADHD possono manifestare:

  • Difficoltà scolastiche (i bambini tendono a finire in fretta, non rileggere, distrarsi, non mettono in atto strategie per la memorizzazione, non attendono la fine della spiegazione, si alzano)
  • Problematiche interpersonali (rifiutati nel gruppo dei pari, valutati negativamente dagli insegnanti, comportamenti intrusivi, provocatori, aggressivi con i coetanei e non)

 

«La Sindrome dei Monelli» è un docu-film in grado di sensibilizzare la tematica dell’ADHD illustrando in maniera chiara e reale le fatiche del bambino, dei genitori e degli insegnanti.

Buona Visione!

Attività per Stimolare la Memoria di Lavoro

Spesso i genitori ci chiedono cosa possono fare a casa con i loro bambini per poter continuare ad allenare a casa la Memoria e in particolare la Memoria di Lavoro (o Working Memory).

Di seguito elencheremo dei semplici giochi e attività che potrete costruire e fare insieme per Stimolare la Memoria di Lavoro.

 

MEMORIA DI LAVORO UDITIVA

LISTE:

  • Leggi una lista di animali (parti con pochi poi aumenta), chiedi al bambino di ripetere i tre animali più grandi.
  • Leggi una lista di supereroi o personaggi che il vostro bimbo ama e chiedi di rievocare gli ultimi tre personaggi nominati.
  • Leggi una lista di personaggi o nomi di giochi preferiti del bambino e chiedi di ripeterla in ordine alfabetico.
  • Leggi una lista che contenga sia numeri che lettere, chiedi al bambino di rievocare prima i numeri e poi le lettere in ordine crescente.

 

GIOCHI IN SCATOLA

  • Occhio ai Vichinghi (Erickson)
  • C’era un Pirata (Erickson)
  • Mostri in mostra (Erickson)
  • Carte di Uno

 

APP

Scarica le Applicazioni:

“Working Memory Training”

“Simon Says Farm Minigame”

Aiuteranno a stimolare la memoria di lavoro e la capacità di riprodurre sequenze mnemoniche.

Buon divertimento e buon allenamento!!