Rubrica Strumenti Compensativi: la Sintesi Vocale

  • Cos’è e a cosa serve?

La Sintesi Vocale è la trasformazione del testo scritto in testo parlato attraverso i Software TTS (Text To Speech). È detta anche “lettura con le orecchie;

Per poter utilizzare la Sintesi Vocale abbiamo bisogno di:

1.Testi in formato digitale oppure  un OCR (Riconoscitore Ottico di Caratteri che permette di trasformare il testo da cartaceo a digitale) ;

2.Software per trasformare il testo in voce.

  • Cosa sono i libri digitali?

I libri digitali sono dei libri in formato PDF aperto. Questi file di testo, rispetto a un formato chiuso, hanno il vantaggio di poter essere utilizzati con i software compensativi,  come appunto la Sintesi Vocale;

Sono quindi uguali in tutto e per tutto al corrispettivo cartaceo, ma vengono visualizzati sul computer;

L’Associazione Italiana Dislessia, previa iscrizione, fornisce i libri di testo scolastici in formato PDF, tramite accordi con gli editori.

  • Quali sono i vantaggi della Sintesi vocale?
  1. E’ una risorsa calibrata sulla base delle difficoltà del bambino;
  2. Risponde alla necessità di decodifica del testo;
  3. Permette una maggiore Autonomia nella lettura e, soprattutto, nello studio;
  4. Può aiutare a migliorare l’autostima: la possibilità di gestire il disturbo di lettura in autonomia rinforza il senso di autoefficacia dei ragazzi;
  • Quali software scegliere?

Sul web sono presenti:

Programmi gratuiti che presentano il vantaggio di non richiedere alcun esborso di denaro ma presuppongono una minima dimestichezza con i mezzi informatici e per alcuni versi sono meno «accattivanti»; (Esempio: LeggiXme_jr_sp; LeggiXme_sp

Programmi a pagamento che richiedono un esborso di denaro più o meno consistente ma sono graficamente piacevoli ed integrano caratteristiche che possono renderne più agevole e proficuo l’uso; (Esempio: Loquendo; Geco; ePico; Carlo Mobile Pro…..)

«È  molto importante crescere insieme con gli strumenti compensativi, usarne più di uno adattandoli ai bisogni diversi, ma soprattutto avendo tempo di scoprirne le potenzialità e sfruttarle in modo produttivo mescolando le proprie risorse con le risorse della macchina»

Un libro da non perdere: “Un pesce sull’albero”

Perchè leggere “Un pesce sull’albero” di Lynda Mullaly Hunt?

  • Per il tema trattato: la Dislessia, ma soprattutto per come viene trattato dall’autrice:

Questo libro affronta il tema della Dislessia dal punto di vista di una  di giovane ragazza,  evidenziando le difficoltà che incontra nel leggere e nello scrivere e che molti imputano alla sua bassa capacità di applicarsi o ai tanti traslochi che hanno implicato cambiamenti di classi.  Ally, la protagonista, è una ragazza intelligente e  molto brava in alcune materie, alcuni insegnanti credono che faccia apposta a comportarsi in modo sconsiderato e parecchi compagni la prendono in giro.

  • Per come evidenzia e restituisce al lettore gli aspetti EMOTIVI di un bambino con DSA:

Nel libro vengono evidenziati i  sentimenti della protagonista di fronte ai suoi sforzi, e il suo profondo senso di inadeguatezza davanti ai suoi insuccessi e di incomprensione da parte degli altri. Viene sottolineata la vergogna provata da Ally, i suoi sentimenti di solitudine e viene riconosciuto l’enorme potere delle parole.

Un pesce sull’albero appare un prezioso contributo sui disturbi specifici dell’apprendimento e sui vissuti che ad essi si associano.

  • Per l’importanza che viene assegnata al ruolo dell’INSEGNANTE:

«Per gli insegnanti… che vedono il bambino prima dello studente, che ci ricordano che ciascuno di noi ha talenti particolari da donare al mondo, che incoraggiano a distinguersi anziché ad adattarsi. E per i ragazzi e le ragazze… che trovano l’ostinazione necessaria per superare le sfide della vita, qualunque esse siano. Siete degli eroi. Questo libro è per voi»

L’arrivo di un supplente sarà un momento decisivo per la protagonista; il signor Daniels ha un approccio diverso alla classe e consegna ad Ally le carte per giocarsi un cambiamento.

  • Per l’importanza sottolineata dall’autrice di  come alcuni INCONTRI possano essere preziosi nella vita:

Questo libro mostra come l’Incontro con il Signor Daniels, quindi con qualcuno che cambia il proprio approccio adattandolo alle caratteristiche del bambino e che soprattutto crede nelle sue capacità e potenzialità, permette e promuove un importante cambiamento nel bambino stesso!!

  • Perché oltretutto è un libro ad ALTA LEGGIBILITA’:

Un pesce sull’albero è inoltre pubblicato ad ALTA LEGGIBILITÀ così da risultare più fruibile anche in caso di dislessia. Ma che significa ad alta leggibilità?

Un libro ad alta leggibilità presenta alcune caratteristiche, come ad esempio:

  • interlinea ampia che separa chiaramente una riga dall’altra;
  • ampi spazi bianchi tra le lettere, le parole e la punteggiatura;
  • testo non giustificato in cui l’interruzione della riga segue il flusso naturale della lettura;
  • capitoli e paragrafi dove possibile brevi e corredati  da numerose tavole a colori per facilitare la comprensione del testo;
  • utilizzo di caratteri in grassetto per creare mappe concettuali o in corsivo per evidenziare parole chiave, inusuali o volutamente sgrammaticate;
  • margini studiati per non opprimere ma nemmeno disperdere una corretta lettura;

…..ecc, ecc.

«un sapiente ritratto sulla scuola, sulle difficoltà, sulla famiglia, sui legami di amicizia e uno splendido ritratto di insegnante che sa vedere, sa coinvolgere, sa prendere parte; un ritratto che non nasconde realtà, aspetti positivi e negativi. Insomma, un libro divertente e saggio che – come si sarebbe detto nella famiglia di Ally – non è certo un gettone di legno, ma un prezioso dollaro d’argento»

Buona lettura!!

Come aiutare il proprio figlio/a nel creare una Mappa Concettuale?

Come aiutare il proprio figlio/a nel creare una Mappa Concettuale?

  • Come possiamo aiutare il bambino ancor prima della lettura?

Incentiviamo il bambino ad attivare la Memoria e la Fantasia osservando:

  1. Il Titolo del capitolo;
  2. Il Titolo del paragrafo;
  3. Le immagini;
  4. Le didascalie;
  5. Gli approfondimenti;
  6. Le parole chiave .
  • Come poter aiutare il bambino a porre l’attenzione su elementi centrali del testo?

Aiutiamo il bambino a porsi delle domande (magari scriviamole su di un cartoncino colorato da tenere affiancoal libro):

  1. Chi?
  2. Cosa?
  3. Quando?
  4. Dove?
  5. Perché?

Se il bambino riesce già bene con queste domande, passiamo allo step successivo: leggiamo (se presenti) le domande alla fine della lettura PRIMA della lettura in sé, in modo da  dirigere l’attenzione del bambino su specifici target.

  • Come posso aiutare il bambino ad organizzare  i dati appena letti?
  1. Aiutiamo il bambino a riordinare le idee sulla base di ciò che ha appena letto;
  2. Sottolineiamo le PAROLE CHIAVE con colori diversi;
  3. Ad ogni domandina che ci eravamo prima posti, assegniamo un colore diverso che corrisponderà alla sua risposta;
  • Come costruire la mappa?
  1. Facciamo scegliere al bambino la forma della propria Mappa;
  2. Iniziamo a far inserire i dati sottolineati muovendoci da sinistra verso destra;
  3. Aiutiamo il bambino ad utilizzare poche parole che siano significative;
  4. Aiutiamo il bambino ad utilizzare le immagini;
  5. Evitiamo l’effetto crowding (affollamento);
  6. Cerchiamo di lasciar personalizzare al bambino come meglio preferisce la propria mappa!!
  • Quali programmi utilizzare per la costruzione delle Mappe?

Programmi gratuiti:

  1. Cmap tools;
  2. Mindomo;
  3. Xmind.

Programmi a pagamento:

  1. Supermappe;
  2. IperMappe;
  3. Epico.

Prima di scegliere a quale programma affidarsi, far visionare al bambino/a tramite qualche  video quale programma preferisce utilizzare!

In ognuno di questi passi ricordiamoci di affiancare il bambino senza sostituirci!!

 

Buon lavoro!!

 

Gestire la Didattica a distanza con bambini e ragazzi con DSA: Suggerimenti per gli Insegnanti

Vista la nuova modalità di didattica a distanza, adottata in seguito alle disposizioni ministeriali per via del Covid-19, abbiamo pensato di soffermare la nostra attenzione sull’aspetto legato ai bambini e ragazzi che hanno una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento DSA.

In merito a ciò abbiamo stilato una serie di punti e suggerimenti utili per tutti gli insegnanti da tenere in considerazione in modo da favorire il processo di apprendimento e autonomia dell’alunno.

1) Progettazione e Organizzazione

Bambini e ragazzi con DSA fanno fatica ad organizzare I materiali di studio, il diario, I compiti, le attività da svolgere, o reperire le schede. Per questo è importante organizzare e progettare lo spazio in cui verranno caricati I compiti, I materiali di studio, le attività da svolgere, gli orari delle video-lezioni. Troppi input e una dislocazione dei materiali in sedi differenti, potrebbe rendere davvero molto complesso il lavoro dei ragazzi, I quali provando sentimenti di frustrazione, sono portati ad abbandonare l’attività o il compito.

2) Assegnazione dei Compiti

Bisogna fare attenzione ad assegnare esercizi, compiti, pagine e pagine da leggere. Piuttosto l’assegnazione dei compiti dovrebbe trasformarsi in una trasmissione ragionata dei vari materiali didattici da inviare. Per scegliere quale materiale didattico è più affine a quell’alunno bisogna conoscere bene il tipo di DSA e le risorse che il ragazzo presenta. In questo modo solleciteremo all’apprendimento e non alla semplice esecuzione dei compiti ed esercizi.

3) Gestione del Tempo

Bambini e ragazzi con DSA possono fare più fatica nel mantenere alta la concentrazione durante le ore di lezione, specialmente se on-line. Considerata la circostanza, I ragazzi potrebbero avere più difficoltà nell’interagire facilmente con il docente. Per questo sarebbe utile da parte dell’insegnante fornire una registrazione della lezione in modo da permettere al ragazzo di riascoltarla e riorganizzarla tramite mappa concettuale.

4) Gestione del Carico Cognitivo

Non dimentichiamo che bambini e ragazzi con DSA fanno fatica a gestire in autonomia nuovi argomenti. E se questi nuovi argomenti sono relativi a varie materie, pensiamo quanto la loro fatica si fa maggiore. Bisogna quindi concordare con cura i compiti e le attività da assegnare nella giornata, altrimenti questo potrebbe trasformarsi in un carico di compiti e attività insostenibile e ingestibile per il ragazzo.

5) Personalizzazione e Inclusione

E’ importante ricordarsi come il materiale da assegnare a casa, piuttosto che quello da svolgere come verifica, tenga in considerazione il PDP del ragazzo e le difficoltà che presenta.E’ utile quindi da parte dell’insegnante fornire materiale semplificato, piuttosto che fornire una mappa della video-lezione svolta al singolo o a tutta la classe, così come favorire e incentivare il lavoro tra piccoli gruppi

6) Valutazione

La valutazione dei compiti, del lavoro svolto, delle verifiche deve avere l’obiettivo di valorizzare gli interventi e l’atteggiamento pro attivo del ragazzo. Poiché sappiamo ampiamente quanto sia importante il feedback nel processo di apprendimento, è fondamentale da parte dell’insegnante fornire indicazioni sul lavoro svolto dal ragazzo, dare informazioni su come procedere, chiarire dei dubbi. Quest’ultimo deve sapere come è andata, se sta progredendo, sapere come fare per migliorare. E’ basilare dare rimandi sui punti di forza e di debolezza del proprio studio, questo incentiverà la motivazione e l’autonomia del ragazzo.

7) PDP

Anche con la modalità della didattica a distanza, l’alunno con un Piano Didattico Personalizzato, ha il diritto di usufruire di tutti gli strumenti compensativi (es. sintesi vocale, mappe concettuali, correttore ortografico, calcolatrice, schemi riassuntivi, ecc…) e le misure dispensative (maggior tempo a disposizione durante le verifiche ecc..) stipulate  all’interno del PDP.

Qual e’ il ruolo dei genitori dei bambini con DSA ?

L’ intervento con i genitori dei bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) ha uno scopo fondamentale: far acquisire al sistema familiare una sufficiente autonomia per riuscire a gestire le difficoltà del bambino.

Ma cosa possiamo fare come clinici e come possiamo intervenire con i genitori?

Di seguito elencheremo alcuni suggerimenti:

1) Far conoscere ai genitori cosa si intende per disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)

Al clinico infatti è consigliato di:

  • Condividere la valutazione diagnostica, ovvero Illustrare ai genitori i tipi di DSA, soffermarsi su quale di questi è presente nel proprio figlio e quali difficoltà comporti.
  • Indicare libri informativi e siti internet di riferimento
  • Fornire dispense

2) Far capire ai genitori come si manifesta la difficoltà nel proprio figlio

Il clinico deve mostrare ai genitori le caratteristiche e le forme del disturbo specifico dell’apprendimento che il figlio presenta specificando e illustrando come si manifesta la dislessia, la disgrafia, la discalculia e la disortografia.

3) Analizzare le proprie emozioni collegate al riconoscimento del disturbo dello sviluppo

Un genitore infatti potrebbe sentirsi:

  • In colpa se in passato ha sgridato il figlio durante lo svolgimento dei compiti
  • Arrabbiato perché i suoi tentativi di migliorare la situazione non sono efficaci
  •  Preoccupato o triste se riconosce che le difficoltà del figlio sono quelle che ha sperimentato durante il proprio periodo scolastico
  • Preoccupato per il futuro lavorativo del proprio figlio, per i difficili rapporti con i pari
  • Non adeguato nell’ aiutare il proprio figlio

Queste emozioni devono trovare uno spazio nella presa in carico. E’ importante che un genitore impari ad ascoltare ciò che prova e a gestire efficacemente le proprie emozioni.

4) Far conoscere ai genitori cosa possono fare per aiutare il proprio figlio

  • Riconoscere di avere un ruolo fondamentale e attivo nel progetto di presa in carico: se genitori e bimbi sono conviti e determinati, allora quello della terapia può diventare un momento speciale in cui la loro alleanza si rafforza e gli aspetti relazionali tendono a migliorare.
  • Coinvolgere la famiglia anche all’ interno dello studio del professionista: questo permetterà al clinico di accogliere problematicità e fungere da modello cui possano ispirarsi per supportarlo nei compiti a casa e condividere strategie di studio.
  • Conoscere e applicare le strategie educative più funzionali durante lo svolgimento dei compiti: come incoraggiare sempre il bambino, predisporre uno spazio di lavoro ordinato, i materiali e gli strumenti compensativi a disposizione, suddividere il lavoro e concedere brevi pause.
  • Se c’è conflitto tra genitori e figlio? Affidare parte del lavoro scolastico a casa al tutor dell’apprendimento così da preservare il rapporto tra genitore e figlio.

5) Aumentare l’autonomia del sistema famiglia – scuola

  • Saper gestire i compiti a casa anche con la presenza di un Tutor
  • Comunicare in modo efficiente con gli insegnanti e con il proprio figlio
  • Mantenere i contatti con gli insegnanti per monitorare l’andamento scolastico

Un’ efficacie comunicazione scuola-famiglia non si improvvisa ma si costruisce a partire dalla lettura condivisa del disturbo del bambino.

6) Favorire l’alleanza Scuola – Famiglia

A volte insegnanti e genitori possono avere una linea di pensiero divergente sulle difficoltà del bambino e questo rappresenta un ostacolo per i successi del bambino

Gli insegnanti possono: temere che la valutazione possa mettere in discussione il loro modo di lavorare; leggere nel genitore un tentativo di iper-proteggere il figlio.

Il genitore può: non condividere la segnalazione da parte dell’insegnante; chiedere una valutazione per dimostrare agli insegnanti che il bambino ha dei problemi e che loro hanno causato conseguenze negative; utilizzare la valutazione per dimostrare che il bambino non ha alcun disturbo e che i risultati negativi sono imputabili alle scarse competenze dell’insegnante.

Quindi è importante che:

I genitori conoscano il DSA del proprio figlio e cosa possono fare e vi sia una comunicazione continua tra Famiglia Scuola Tutor dell’apprendimento affinché si possa tutelare il bambino con disturbo specifico dell’apprendimento.

DSA: cosa sono e quali sono i passi da seguire dopo aver ricevuto la Diagnosi?

I disturbi di apprendimento sono diagnosticati quando i risultati in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, espressione, scrittura e calcolo risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello di intelligenza. I problemi di apprendimento interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività di vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, scrittura o calcolo.

Quando NON si può parlare di DSA:

  • SE C’E’ DISABILITA’ INTELLETTIVA;
  • SE C’E’ DANNO NEUROLOGICO;
  • SE C’E’ DANNO SENSORIALE;

Perchè si chiamano Disturbi Specifici dell’Apprendimento?

DISTURBI perché NON sono malattie e possiamo parlare di caratteristiche;

SPECIFICI perché non intaccano il funzionamento intellettivo generale (solo se sei intelligente puoi essere anche dislessico);

APPRENDIMENTO perché interessano le abilità di lettura, ortografia, grafia e calcolo.

Quando è possibile fare Diagnosi?

  • DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA =>Gennaio 2 primaria
  • DISCALCULIA  => Gennaio 3 primaria

Chi fa diagnosi?

Si può completare un iter diagnostico presso:

  • I reparti di Neuropsichiatria Infantile del Servizio Sanitario Nazionale;
  • Gli esperti qualificati nei DSA.

Che differenza c’è tra Diagnosi e Certificazione?

  • La diagnosi è un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto agli albi delle professioni sanitarie.
  • La certificazione è un documento con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge, le cui procedure di rilascio e i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento.

Cosa fare dopo la Diagnosi?

1.Comunicare la diagnosi al bambino:

Comunicare la verità in modo semplice ad esempio:

ogni bambino è bravo in qualcosa, tu sei molto bravo a giocare a calcio, a ballare ecc; molti tuoi compagni di scuola tutto questo non sanno farlo. Nonostante ciò, come ti rendi conto anche tu, hai delle difficoltà quando leggi/scrivi/fai i calcoli. Ecco, questa tua fatica si chiama dislessia (o qualsiasi altro DSA). Ovvero, hai una buona intelligenza come e più degli altri. Nonostante ciò, sono però molte le persone che, malgrado a scuola abbiano avuto molte difficoltà come te adesso, nella vita sono riuscite a dare il meglio di sé. La dislessia, infatti è molto comune: anche molti altri tuoi compagni potrebbero essere dislessici ma non saperlo..”

  • Comunichiamo sempre la verità al bambino;
  • Diamo un nome alle sue difficoltà;
  • Sottolineiamo le risorse e i punti di forza del bambino;
  • Mostriamogli che tante persone intorno a lui possono avere le stesse caratteristiche (compagni di classe, personaggi famosi ecc.);
  • Condividiamo momenti in cui guardare filmati/video o altro sul tema dei DSA con il bambino.

2.Conoscere la legge 170/10 sui DSA:

  • Per tutelare il bambino è bene conoscere tale legge:

Per la prima volta viene normativamente riconosciuta, definita e regolamentata la materia sui disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. Nell’interpretazione delle definizioni si tiene conto dell’evoluzione delle conoscenze scientifiche in materia.

3.Presentare la diagnosi a scuola e richiedere il  PDP:

Quali passi seguire?

1.Presentare una richiesta di PDP presso la segreteria della scuola;

2.Presentare la documentazione diagnostica in cui vi sia indicato che il bambino/a ha un DSA;

3.Entro 3 mesi dalla richiesta deve essere consegnato il PDP dalla scuola.

Che cos’è il PDP?

E’ un documento previsto dal MIUR in cui si stabiliscono:

  • Le attività di recupero individualizzate;
  • Le modalità didattiche personalizzate;
  • Gli strumenti compensativi e le misure dispensative.

Cosa non è il PDP?

Il PDP non è:

  • un elenco di modalità dispensative/compensative;
  • una lista di caselline/ checklist da spuntare.

L’obiettivo di un buon PDP è la sua PERSONALIZZAZIONE ovvero aiutare il bambino a RAGGIUNGERE LA STESSA META MA CON STRADE DIVERSE!

4.Intervento di potenziamento cognitivo specifico per le difficoltà di lettura/scrittura/calcolo:

  • Ogni bambino con DSA ha un suo margine di miglioramento ed è possibile valorizzarlo tramite precisi esercizi, che definiamo di potenziamento delle abilità di lettura, ortografia, grafia o calcolo.
  • Anche se non possiamo sapere quanto un bambino migliorerà sono molti gli studi che ci indicano come delle attività di potenziamento mirate possano fare progredire una specifica prestazione.

5.Tutoring dell’apprendimento:

  • Il Tutoring dell’apprendimento è un percorso volto all’acquisizione di un metodo di studio attraverso l’uso di strumenti compensativi e di metodologie pensate ad hoc per il bambino;
  • Il suo obiettivo è di rendere autonomo il bambino nello studio e di aiutarlo a trovare strade e percorsi percorribili per arrivare alle stesse mete degli altri bambini!!

Rubrica per Genitori e Insegnanti: “Come affiancarsi senza sostituirsi durante lo svolgimenti dei compiti?”

In questo periodo di quarantena in cui la didattica sta procedendo on-line, molti genitori si ritrovano a seguire i propri figli nella gestione e nello svolgimento dei compiti e delle attività scolastiche.

Abbiamo pensato di fornire piccoli suggerimenti, con la speranza che possano essere utili sia per il bambino, per la formazione della sua autonomia e autostima, sia per i genitori.

Suggerimenti Utili:

NON SOSTITUIRTI AL BAMBINO

  • Non svolgere il compito per lui: Rischi di mandare un messaggio: “non sei capace di farlo da solo”. Quando il bambino riesce a far da solo prova gratificazione che è alla base dello sviluppo dell’ autostima e dell’ autonomia.
  • Affiancalo e incoraggialo: Non sederti accanto per l’intero svolgimento, non gli trasmetterai fiducia nelle sue capacità. Piuttosto stabilisci con lui dei momenti precisi in cui ti siederai per guidarlo in una consegna specifica es.: «leggiamo il titolo insieme».
  • Aiutalo a fare da solo:Diventa un modello di esempio, una guida organizzativa, predisponi un ambiente di studio adeguato, organizzate il materiale, dividete il tempo.
  • Come correggere: Lasciamolo libero di sbagliare, a fine esercizio possiamo ricontrollare insieme guidandolo attraverso un percorso di auto monitoraggio. Non diventare l’insegnante di tuo figlio, ne ha molte ma di madre ne ha solo una.

 

UTILIZZA UN APPROCCIO MULTI-SENSORIALE

  • Per destare curiosità’ e far memorizzare e apprendere informazioni, privilegia gli stimoli visivi, uditivi, cartoncini colorati, disegni, video e mappe.
  • Per la matematica rendi in Immagini il problema oppure costruisci una mappa colorata che indichi la sequenza dei passaggi da svolgere.

 

VALORIZZA LE RISORSE DEL BAMBINO

  • Mostra interesse per ciò’ che fa, per il suo quaderno, per i suoi disegni.
  • Individua le sue abilita’ (es. essere creativo, avere molta fantasia, essere ordinato, essere bravo a disegnare, essere bravo a colorare, essere bravo a scrivere una particolare lettera, ecc..) e riconoscile.
  • Riconosci e valorizza gli sforzi fatti dal bambino indipendentemente dai risultati.

 

RISPETTA I TEMPI DEL BAMBINO

  • Ogni bambino ha i suoi tempi di apprendimento. Ricorda che apprendere non e’ una gara.
  • E’ importante rispettare i tempi che ogni bambino ha e valorizzare sempre il lavoro svolto nel tempo prestabilito.

 

NON HAI TEMPO E LAVORI?

  • Se non hai tempo, lavori o sei in smart working chiedi aiuto a un Tutor dell’ Apprendimento della tua zona.
  • Il ruolo del Tutor dell’ Apprendimento e’ quello di individuare le modalità’ di apprendimento più’ consone per il bambino e costruire insieme un metodo di studio adatto alle sue risorse, individuando gli strumenti compensativi e i materiali multi sensoriali più’ idonei.

Rubrica per Genitori ed Insegnanti

Come può un genitore aiutare i propri bambini/ragazzi ad organizzare lo studio ed i compiti in questo periodo?
Alcuni suggerimenti utili!

  • PREPARATE DELLE TABELLE PER ORGANIZZARE IL LAVORO

(cercate di rendere le tabelle chiare e preparatele insieme ai vostri bimbi) :

  1. Tabella lezioni da seguire!
  2. Tabella compiti da fare!

 

  • DEFINITE INSIEME AL BAMBINO I TEMPI DI LAVORO E QUELLI DI SVAGO

È importante, soprattutto in questo periodo definire dei tempi ed organizzare la giornata del bambino!

 

  • ORGANIZZATE UNO SPAZIO DI LAVORO CHE SIA:
  1.  Ordinato;
  2. Privo di materiale non necessario a quella data attività;
  3. Provvisto di tutti gli strumenti utili a quel dato lavoro.

 

Buon Lavoro!!

DOP Disturbo Oppositivo Provocatorio

Che cosa si intende per Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) ?

Nel DSM-5 (APA, 2013) il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) rientra nella categoria: “Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta”.

Il DOP è un Disturbo del Comportamento caratterizzato da:

  • Umore collerico e irritabile
  • Comportamento ostinato/oppositivo
  • Comportamento vendicativo

che dura da almeno 6 mesi in bambini di età prescolare o scolare.

Tra le caratteristiche spesso notiamo la tendenza del bambino a:

  • accusare gli altri per i propri errori e per i propri comportamenti
  • sfidare e rifiutare le richieste e le regole degli adulti
  • essere facilmente suscettibile o irritato dagli altri
  • offendere e litigare con gli adulti
  • essere arrabbiato e rancoroso
  • essere dispettoso e vendicativo

Tali comportamenti possono portare a conseguenze a livello relazionale. In particolar modo i comportamenti ostili e di aggressività rendono difficili le relazioni con i pari i quali spesso si stancano e li allontanano dal gruppo. Tale rifiuto innesca un Circolo Vizioso:

Il bambino fa fatica ad adattarsi alle relazioni con i pari mostrando forti difficoltà a instaurare relazioni amicali durevoli. Si ritroverà facilmente isolato dal gruppo e solo. Questo non permetterà al bambino di sperimentare forme di socializzazione più adeguate e ciò porterà ad una maggiore incapacità del bambino di costruire relazioni adeguate e adattarsi ad asse.

Per quanto riguarda l’ Eziologia del problema è multifattoriale, ovvero diversi sono i fattori che contribuiscono allo sviluppo del DOP:

  • Fattori Neurobiologici
  • Fattori Psicologici
  • Fattori Parentali
  • Fattori Socio-Culturali

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio spesso può manifestarsi insieme ad altri disturbi tra i quali:

  • Disturbi emotivi
  • Disturbi dell’apprendimento
  • Dipendenze

Il trattamento consiste solitamente in un intervento multimodale e multisistemico che include un lavoro congiunto con:

  • il bambino, attraverso un percorso di Psico-educazione del disturbo e Psicoterapeutico
  • i genitori, attraverso un percorso di Psico-educazione del disturbo e di Parent Training
  • gli insegnanti, attraverso un percorso di Psico-educazione del disturbo ed interventi comportamentali in classe.

“La Sindrome dei Monelli”

«La sindrome dei monelli» è un docu-film che parla di allegria, amore, speranza, ma anche di pregiudizio e ignoranza verso bambini “diversi”: temi universali che riguardano tutti.

E’ un film nato dall’incontro con centinaia di genitori, insegnanti, esperti, e racconta l’avventura di Julia, una bambina “iperattiva e disattenta”, della sua famiglia e della ricerca instancabile di modi e strumenti per aiutarla a vivere una vita “normale” e serena.

Il film riesce a mettere in evidenza e mostra in maniera chiara e reale le caratteristiche cognitive, emotive, comportamentali dei bambini con disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), i costrutti psicopatologici e le conseguenze dell’ ADHD.

ASPETTI COGNITIVI

I protagonisti del film mostrano:

  • difficoltà a mantenere l’attenzione (in classe, in gruppo, in seduta)
  • difficoltà ad autoregolare, pianificare e organizzare i compiti e le attività da svolgere
  • difficoltà a inibire i propri comportamenti e ascoltare le regole proposte
  • tendenza ad essere impulsivi

 

ASPETTI EMOTIVI e COMPORTAMENTALI

I protagonisti del film mostrano difficoltà a regolare le proprie emozioni. Tale difficoltà si evidenzia con stati emotivi intensi di Rabbia, Frustrazione e conseguenti reazioni di pianto e isolamento.

 

COSTRUTTI PSICOPATOLOGICI

Tra i protagonisti del film spesso emergono schemi personali e visioni negative di sé caratterizzate da un senso di incapacità, responsabilità, inadeguatezza.

Spesso madri e insegnanti di bambini con ADHD sviluppano comportamenti controllanti nei confronti del bambino incentrati sull’uso di rimproveri eccessivi e incoerenti che si rivelano inefficaci. L’alternanza tra comportamenti improntati al controllo e la rinuncia verso la gestione delle condotte del bambino determinano un circuito di mantenimento che influisce come fattore che mantiene o diminuisce ulteriormente l’autostima del bambino e rafforza una visione negativa di .

 

CONSEGUENZE

Il film mette in evidenza le conseguenze e i disturbi secondari che spesso bambini con ADHD possono manifestare:

  • Difficoltà scolastiche (i bambini tendono a finire in fretta, non rileggere, distrarsi, non mettono in atto strategie per la memorizzazione, non attendono la fine della spiegazione, si alzano)
  • Problematiche interpersonali (rifiutati nel gruppo dei pari, valutati negativamente dagli insegnanti, comportamenti intrusivi, provocatori, aggressivi con i coetanei e non)

 

«La Sindrome dei Monelli» è un docu-film in grado di sensibilizzare la tematica dell’ADHD illustrando in maniera chiara e reale le fatiche del bambino, dei genitori e degli insegnanti.

Buona Visione!