Il cervello allenato compensa le placche dell’Alzheimer

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Le placche amiloidi, ovvero gli ammassi proteici tipici della malattia di Alzheimer, possono essere aggirate dalle comunicazioni neuronali quando il cervello ha mantenuto una sufficiente plasticità anche nell’età avanzata.

La scoperta è di un nuovo studio basato sulla risonanza magnetica funzionale, che ha mostrato una maggiore attivazione di alcune aree nel cervello in alcuni soggetti che presentavano placche amiloidi ma con un quadro cognitivo sano.
Gli autori ipotizzano che la ragione sia l’abitudine ad affrontare attività stimolanti per il cervello.

Per quale motivo alcuni anziani con placche amiloidi, uno dei principali segni organici della malattia di Alzheimer, mantengono una funzionalità cognitiva normale, mentre altri sviluppano una forma di demenza?

Lo hanno scoperto Jeremy A Elman del Lawerence Berkeley National Laboratory a Berkeley, in California e colleghi di altri istituti statunitensi: il cervello è in grado di aggirare l’ostacolo delle placche, purché possa contare su un sufficiente livello di plasticità.

Dalle scansioni è emerso un dato molto interessante in tutti i portatori di placche amiloidi: “quanto più era difficoltoso il compito, più risultava incrementata l’attività cerebrale del soggetto” “Era come se il loro cervello avesse trovato un modo per compensare la presenza delle placche”.

Ciò che rimane ancora da chiarire è perché altri soggetti con placche amiloidi non riescano a fare altrettanto. L’ipotesi più probabile è che le persone abituate per tutta la vita ad attività cognitivamente stimolanti siano più capaci di adattarsi a un potenziale danno delle placche.

Fonte: http://www.lescienze.it/news/2014/09/15/news/cervello_aggira_placche_amiloidi-2286976/