Con gli Interventi di Riattivazione Cognitiva facciamo riferimento agli interventi non farmacologici rivolti alle componenti cognitive, affettive e comportamentali della persona con malattia neurodegenerativa.
Gli interventi di riattivazione cognitiva nelle malattie neurodegenerative e dementigene hanno lo scopo di rallentare la malattia, attraverso tecniche che stimolano le abilità residue promuovendo strategie di compensazione.
E’ bene quindi proporre un programma di attivazione cognitiva che esponga le funzioni residue a ripetuti allenamenti, allo scopo di rallentare la progressiva degenerazione.
Il clinico quindi fornisce una stimolazione basata sul livello delle capacità del soggetto.
Gli esercizi non devono essere molto più difficili rispetto a ciò che riesce a fare il soggetto malato poiché frustranti, e non devono essere troppo semplici poiché inutili per la stimolazione e rischiosi di far sentire il malato umiliato.
Gli ambiti nei quali è possibile intervenire nelle demenze mediante le tecniche di riattivazione comprendono:
- Le Abilità Cognitive
- Il Tono dell’Umore
- Gli Aspetti Comportamentali
- Le Attività di Base e Strumentali della vita quotidiana
LE ABILITA’ COGNITIVE
Tra gli interventi di Stimolazione cognitiva gli interventi principali sono:
a) La Reality Orientation Therapy (ROT)
b) Il Procedural Memory Training
c) La Terapia della Reminiscenza
Per definire il trattamento di una persona si devono considerare diversi fattori:
- Il profilo cognitivo del paziente, il grado di deterioramento, le abilità compromesse e quelle residue
- Gli obiettivi da perseguire per quel soggetto
- Il trattamento che meglio si adatta a quel soggetto in base alle caratteristiche comportamentali, affettive, e alle disponibilità dell’interessato e del caregiver il quale deve essere istruito, motivato e supportato come trainer informale.
IL TONO DELL’UMORE E GLI ASPETTI COMPORTAMENTALI
Generalmente una persona con demenza può presentare aspetti psicologici e comportamentali di difficile gestione. Come quelli relativi al tono dell’umore (Ansia, Apatia, Depressione, Euforia) e del comportamento (disorientamento, aggressività, allucinazioni, disturbo motorio, disturbo del sonno, disturbo del comportamento alimentare, disinibizione)
Trattare sia farmacologicamente che operativamente tali aspetti è molto difficile, per cui è importante fare del proprio meglio per prevenirli. Conoscendo le tipologie di disturbo comportamentale, acquisendo capacità di gestione di queste, e acquisendo informazioni rispetto alle modalità di comunicazione verbale e non verbale con il malato, è possibile contribuire a ridurre la manifestazione di questi.
LE ATTIVITA’ DI BASE E STRUMENTALI DELLA VITA QUOTIDIANA
I disturbi cognitivi determinano confusione emotiva, disorientamento e difficoltà e impoverimento delle abilità strumentali e funzionali. Per esempio diventa difficile condurre semplici attività di vita quotidiana, come vestirsi, lavarsi, gestire le pulizie ecc..
Come intervento su tali difficoltà è possibile proporre la Terapia Occupazionale la quale:
–Supporta il paziente nelle attività di vita quotidiana
–È centrata sull’ambiente, sull’autonomia e il successo sociale del malato.
Riferimenti Bibliografici:
Guida alla valutazione e al trattamento delle demenze nell’anziano. Strumenti e tecniche per l’operatore. Lara Bianchin e Silvia Faggian. FrancoAngeli, 2009.
Protocolli di intervento per le demenze. Terapia farmacologiche e cognitivo-comportamentali per fronteggiare I sintomi di deterioramento. Samantha Pradelli, Silvia Faggian, Giorgio Pavan. FrancoAngeli, 2008.